Vi segnaliamo l’editoriale di questa settimana della newsletter del Gruppo Pd
Dopo le firme false arrivano i consiglieri fantasma? L’ultima legislatura formigoniana era nata sotto l’ombra delle firme false, su quella di Maroni potrebbero addensarsi le nuvole di una legge elettorale che deve passare al vaglio della Corte Costituzionale. Il ricorso presentato riguarda almeno due aspetti della legge elettorale approvata nell’ultimo scorcio dell’era Formigoni, le firme (ancora!?!) abbuonate ai gruppi già presenti in consiglio e l’assegnazione dei seggi per il premio di maggioranza dopo la cancellazione del famigerato listino. Non sappiamo che cosa accadrà e quale sarà la decisione della suprema Corte, non crediamo però che questo sia il principale problema di e per Maroni. E neppure dei lombardi. Attendiamo sereni la decisione della giustizia, ma non sarà certo questo che metterà in crisi una maggioranza che ha altri ed evidenti problemi.
Martedì scorso in aula abbiamo assistito all’ennesima puntata delle baruffe lombarde tra Lega e Pdl con quest’ultimo che si è spaccato sulla fin troppo dibattuta vicenda del referendum per la fusione di Bigarello e San Giorgio Mantovano. La tensione è continuata anche su altre vicende, secondarie, se volete, ma tutt’altro che tranquillizzanti per la tenuta di una maggioranza a cui i lombardi hanno dato fiducia perché potesse accompagnarli fuori da una crisi che, prima ancora che economica, pare essere diventata sociale e persino culturale. Non abbiamo, anzi, non hanno bene idea di come la Lombardia debba attrezzarsi per recuperare un ruolo significativo in Europa e, più in generale, nei flussi macroeconomici attuali. L’Expo può rappresentare una grande occasione, ma va inserita in un percorso che possa restituire alla Lombardia la capacità di essere un territorio attrattivo per chi vuole investire sul futuro. Chiediamoci perché negli ultimi vent’anni la nostra regione si è impoverita di aziende e investimenti esteri e perché molti lombardi hanno preferito mettere al sicuro i propri guadagni piuttosto che reinvestirli nell’economia reale. Manca fiducia nel futuro e non la si trova chissà dove, va ricostruita a partire dalla capacità delle istituzioni di dare risposte rapide e concrete ai cittadini.
E sulla concretezza di questa amministrazione potremmo aprire un lungo dibattito. Al momento abbiamo registrato solo grandi promesse e parole che non hanno ancora trovato una corrispondenza in reali provvedimenti amministrativi. Attendiamo, senza troppa fiducia, e siamo disponibili a qualsiasi ragionamento e progetto per dare effettiva risposte concrete ai cittadini.
Lo stiamo dimostrando, anche in questi giorni, con il voto favorevole e la collaborazione incondizionata che abbiamo assicurato sulla legge di contrasto al gioco d’azzardo. Martedì prossimo il consiglio voterà la nuova normativa che prevede azioni di prevenzione, presa in carico dei soggetti colpiti dal gioco d’azzardo patologico e incentivi e disincentivi fiscali per chi sceglie di rinunciare o meno alle slot nel proprio locale. Una normativa che presenta più di un profilo di dubbia competenza regionale, ma che vuole essere un segnale chiaro su un problema sempre più drammatico per molte famiglie.
Il fronte del contrasto al gioco d’azzardo patologico e illegale si rafforza, per fortuna, sempre più: decine di sindaci hanno sottoscritto a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, la proposta di legge di iniziativa popolare per limitare il gioco d’azzardo patologico. Un’iniziativa che si pone come complementare rispetto alla legge regionale e potrebbe finalmente dare maggiori strumenti ad amministratori locali che fin qui, di fronte al dilagare di macchinette e affini, hanno solo provato grande frustrazione e impotenza.
Entra nel vivo, infine, la stagione congressuale del PD. Si comincia con i congressi locali, di circolo e provinciali. È da lì che deve partire il vero dibattito, perché la politica deve avere un unico obiettivo, l’interesse dei cittadini. Soprattutto i più deboli.