Alle prime luci dell’alba è arrivata la tristissima notizia della scomparsa a soli 62 anni – dopo una breve malattia – della nostra cara Emilia De Biasi, già Presidente della Commissione Sanità del Senato sino al 2018.
Trovare parole che riescano a esprimere la profondità di questo lutto per tutta la comunità democratica è davvero difficile.
Emilia è stata una delle colonne del nostro partito, non solo per il suo lungo servizio nelle Istituzioni ma anche per almeno altre due ragioni. Una è l’enorme esperienza accumulata su Sanità e salute, tema che è decisivo sempre ma che lo è in modo ancora più evidente proprio ora che siamo immersi nella pandemia; una Sanità intesa nella sua declinazione più ampia, nazionale, così come in quella più vicina alle persone e al territorio.
L’altra – se possibile persino più preziosa – è l’aver vissuto la sua militanza nel modo più limpido, ovvero con il senso dell’appartenere a una comunità per la quale ci si spende, si impegna ogni energia, si strappa tempo ai propri desideri e persino alla propria famiglia pur di essere a disposizione nell’enorme lavoro che c’è da fare sempre quando si crede nei valori della cura, della cultura, della solidarietà, della difesa di chi è in posizione più debole.
La nostra Emilia ha lavorato a lungo alla Camera dei Deputati, dove ha seduto per due Legislature e in cui ha avuto compiti di prestigio come quello di Segretaria d’Aula, incarico in cui ha servito per cinque anni. Quando poi è passata al Senato della Repubblica ha avuto l’enorme responsabilità di presiedere la Commissione Sanità, in cui ha brillato non soltanto per l’energia con cui tutti l’abbiamo sempre vista al lavoro, ma anche avendo il coraggio di approfondire, studiare, cercare.
Non è per caso che nel 2016 la Fondazione Gimbe – che proprio di ricerca e di sanità si occupa da venticinque anni – l’abbia insignita del premio “Salviamo il nostro Sistema Sanitario Nazionale” insieme al prof. Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Ma è soprattutto intimo, personale, il nostro cordoglio: tutti abbiamo sempre ascoltato con attenzione le sue opinioni, ogni volta espresse con la franchezza e l’energia che la contraddistinguevano nella discussione politica ma anche dopo aver riflettuto attentamente sulle implicazioni di ogni questione. Per questo il suo parere era saggio, perché era frutto di una costruzione, non mancava mai dell’elenco delle possibili soluzioni accanto a quello dei problemi e delle difficoltà.
Ed ecco perché Emilia ci mancherà tantissimo: perché era tanto chiara e diretta quanto concreta e propositiva.
Il Partito Democratico lombardo, tutta la nostra comunità, è chiamata a onorarne la memoria, e il primo modo che abbiamo a disposizione già subito è quello di lavorare con ancora maggiore impegno affinché la Lombardia e il Paese escano dalla crisi ingenerata dal CoViD, in cui ancora siamo immersi.
Sapremo insomma ricordare Emilia dandole l’onore che merita: iniziamo subito proseguendo il lavoro che è stato anche suo sino a pochi giorni fa, mettendo la sua stessa competenza e passione per trovare vie nuove e soluzioni possibili tanto per l’emergenza pandemica quanto per un Sistema sanitario regionale il cui futuro sta nella parola chiave che è “territorio”.
La nostra amica e compagna Emilia lo ha sempre sostenuto con forza. Ora tocca a noi, e saremo all’altezza.