La pandemia che stiamo vivendo ha mostrato con evidenza tutti gli errori che sono stati compiuti dalla Giunte regionali guidate dal centrodestra in Lombardia per quasi trent’anni, da Formigoni a Maroni a Fontana. Il più cospicuo tra tutti questi sbagli è stato il sistematico smantellamento della medicina territoriale, il cui prezzo è stato pagato dai cittadini lombardi prima sottotraccia, in un modo che appariva chiaro solo a chi viveva il dramma della malattia, ma che ora è lampante per tutti proprio a causa del CoViD-19 e dello sconvolgimento che il coronavirus ha portato nelle nostre vite.
Il sistema socio-sanitario non può fondarsi solo sugli ospedali, per centrale che sia il loro ruolo: i temi della medicina territoriale, della presenza concreta nei luoghi che i cittadini realmente vivono e della prevenzione sono da portare adesso in primo piano, soprattutto alla luce del fatto che la legge 23/2015 che regola questa materia è in vigore a titolo sperimentale (scaduto a dicembre del 2020) e va ora rivista come ha sottolineato del resto – e con grande chiarezza – il Ministro della Salute Roberto Speranza nella lettera in cui, proprio nello scorso dicembre, ha parlato dell’esito di questi cinque anni di sperimentazione in Lombardia.
Per l’approvazione delle modifiche alla legge 23/2015 che saranno necessarie, il Ministero della Salute aveva indicato 120 giorni di tempo, e proprio ora – quindi – il Consiglio regionale discuterà un nuovo testo di legge.
Il Partito Democratico lombardo, attraverso l’ascolto degli esperti, il dialogo con le realtà territoriali e il lavoro del Forum regionale Sanità, ha elaborato una serie di proposte che sono state poi ulteriormente affinate dal Gruppo PD in Regione Lombardia e in seguito approvate dalla Direzione regionale del partito.
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È tempo di diffondere questo documento e di tenerlo aperto al confronto e alle istanze di chi vorrà dare il proprio contributo, mentre prosegue la nostra interlocuzione sul tema con le parti sociali, le Associazioni di categoria, le Università e tutto il vasto mondo che di Sanità si occupa nella nostra Regione.
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Occorre costruire un sistema sanitario che sia adeguato alla vastità ed eterogeneità dei nostri territori, alla complessità di una Regione che è la più popolosa del nostro Paese, alle sfide che – come dimostrato dalla storia recente – possono anche venire imposte all’improvviso e senza che ce lo si potesse aspettare. È qui che la politica deve saper mostrare capacità di elaborare risposte, rapidità nel metterle in pratica, lucidità nel correggere storture e difficoltà che possono emergere.
È quello su cui come Partito Democratico e ancor più come comunità democratica ci stiamo impegnando e intendiamo lavorare con tutte le nostre forze.