Parte ufficialmente Gori100Tappe, l’iniziativa che nelle prossime settimane porterà il candidato alla presidenza della Regione Giorgio Gori a toccare gli angoli più diversi della Regione Lombardia.
Il territorio regionale è stato diviso in zone e l’intento è quello di essere presenti in ognuna di esse per ascoltare e per definire problematiche e risposte calate nel territorio. Ogni zona, con le sue priorità, avrà spazio nel programma della coalizione che sostiene Giorgio Gori.
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A partire da martedì 12 dicembre Gori intensificherà quindi il viaggio che lo ha già portato in tutte le province lombarde. Nelle 100 tappe ce ne saranno 25 particolari: sono i luoghi in cui il centrosinistra è storicamente più debole e dove cinque anni fa fu maggiore la distanza elettorale tra Roberto Maroni e Umberto Ambrosoli. In queste zone un gruppo di ragazzi tra i 22 e i 27 anni prenderà contatto diretto con le realtà locali: con le persone e con le realtà economiche e associative del luogo, partendo dal presupposto che in molti oggi si sono allontanati dalla politica che sentono distante. È una sfida volta a costruire un programma davvero vicino alle esigenze locali su cui la Regione può intervenire.
La prima tappa, martedì 12 dicembre, è a Valdidentro, un comune in provincia di Sondrio al confine con la Svizzera. È il secondo comune più vasto della Lombardia, superato di poco da Livigno, con cui confina. Gli abitanti di questo vasto comune montano sono poco più di 4mila. La seconda tappa sarà a Clusone domenica 17 dicembre. Sempre un comune montano, questa volta nel cuore della Val Seriana
«Andremo nella Lombardia che non si vede dal trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia – spiega Giorgio Gori – perché nella nostra regione ci sono territori e realtà molto diverse che non sono Milano, oggi l’unica città europea di questo Paese, e che sentono la Regione come distratta, lontana e non attendibile. In giro per la Lombardia c’è molta stanchezza per le tante promesse fatte da Maroni e non mantenute. Nel 2013 non ci fu il tempo di arrivare ovunque e il risultato elettorale fotografò questa situazione. Noi faremo diversamente e andremo ad ascoltare ma anche a parlare dei temi che abbiamo a cuore: di come superare l’enorme barriera burocratica regionale che oggi condiziona le persone e le aziende; di lavoro, perché se Milano cresce del 5% l’anno la Lombardia nel suo complesso è superata in Italia da Veneto ed Emilia-Romagna e ha molto terreno da recuperare rispetto alle realtà europee con cui si deve confrontare; di ambiente ed inquinamento, una tematica davvero trasversale in Lombardia; di trasporti, e in particolare di quello ferroviario regionale su cui sarebbe necessario un investimento di due miliardi di euro nell’ambito di politiche nazionali, perché i soldi della Regione saranno comunque sempre insufficienti; di sanità, che è oggi troppo incentrata sugli ospedali e poco sui servizi territoriali e sul welfare, perché laddove c’è un congiunto non autosufficiente le risposte della Regione non sono adeguate».